Ho apprezzato molto le considerazioni di “Bimbo Alieno” quando commenta le intenzioni delle autorità politiche europee in tema di pareggio di bilancio imposto dalla costituzione. Come del resto non posso trascurare la proposta arrivata da Rischio Calcolato sulla RI-tassazione dei capitali scudati.
Sul pareggio imposto dalla costituzione ho già scritto molto. Chi lo ha proposto non conosce nè la storia nè la funzione del debito pubblico. Investimenti, redistribuzione di ricchezza, armonizzazione economica etc etc sono alcune delle funzioni di un debito pubblico. Casomai, il pareggio di bilancio non lo si fa per imposizione, bensì per capacità amministrative ed economiche al fine di rafforzare la struttura pubblica in previsione di eventi imprevisti o di necessità obbligate. La formica mette da parte il cibo perchè sa che un domani dovrà fare a meno di uscire dal suo rifugio, ma dovrà comunque mangiare. La cicala invece nel momento in cui non potrà più procurarselo, busserà alla porta della formica promettendo l’inverosimile una volta che saranno ritornate le condizioni ideali per uscire all’aria aperta.
Questo per dire che quanto stiamo vedendo oggi non sono altro che promesse impossibili da rispettare, all’atto pratico, al fine di riconquistare la fiducia perduta dei mercati. L’unica strada da percorrere ad oggi è quella di riequilibrare la spesa stimolando la crescita. Il resto sono chiacchere e anzi, rischiano di avvitare oltre misura l’economia interna. Sul fronte delle entrate, invece, la cosa mi sembra addirittura troppo semplice, alla luce di quanto visto negli ultimi dieci anni.
La pressione fiscale ormai ha raggiunto livelli inverosimili, mostrando di non poter scendere nemmeno nelle fasi più espansive dell’economia. Addirittura, nei periodi post crisi, la stessa pressione ha visto una crescita al fine di riequilibrare i deficit utili ad uscire dalle varie recessioni. Siamo così arrivati ad oltre il 50% (secondo alcuni studi in Italia sarebbe al 53%)
Negli ultimi dieci anni la cosa più evidente a tutti è stato l’allargamento del divario tra le classi sociali. Il ceto medio si è adeguato verso il basso fino a sfiorare la soglia di povertà, mentre quello alto è cresciuto sempre più fino a trovare difficoltà nel collocare i propri capitali.
La fase di riequilibrio, pertanto oltre a interessare la spesa, dovrebbe inevitabilmente riguardare la distribuzione della ricchezza. Senza questo processo, credo che le altre misure siano dei tamponi sufficienti a prendere respiro per qualche mese e niente più.
Mi sorprendono pertanto tutte le proposte che sento aleggiare fra le varie parti sociali, quando invece ci dovrebbe essere una proposta forte in tema di tassazione dei grossi patrimoni, che non vada a penalizzare nel breve il fattore liquidità. Ma quando dico tassazione di patrimoni non mi riferisco ad una cifra di 5 o 10 mld che servirebbe solo a tamponare, e per lo più a scoraggiare investimenti, Per tassazione dei patrimoni intendo un vero e proprio spostamento di debito pubblico a spese del debito privato, che vada ad abbassare nei prossimi cinque anni in modo drastico il debito pubblico.
E’ chiaro invece che quando parlo di ristrutturazione della spesa, mi riferisco soprattutto alle pensioni (la macchina politica sembra aver imboccato la strada giusta anche se diffido fortemente).
Parliamoci chiaro e non facciamo gli ipocriti: i soldi son finiti e non sono sufficienti a pagare le pensioni a tutti in modo indiscriminato. E’ chiaro che prima si innalza la soglia della pensione, prima abbiamo le risorse per ridare al nostro Paese una seconda giovinezza. Una persona che lavora nel terziario a 68 anni è nel pieno delle sue capacità. Che scandalo sarebbe se alzassimo questa soglia per tutti coloro che lavorano nelle banche, negli uffici ed altro ancora, dove ormai lo sa anche mia nonna, che non si spezzano le ossa e che magari dedicano al proprio lavoro il 60% del loro potenziale. Pensiamo per esempio a coloro che invece stanno in fabbrica 8 ore piene sotto l’occhio vigile del capo reparto e del padrone. Tutto questo per dire che a mio modestissimo parere nel campo delle pensioni (pensionandi ovviamente) esistono margini oltre quanto ci possiamo immaginare. L’avvocato del diavolo ovviamente sosterrà che così vi sarebbe un’impennata della disoccupazione giovanile. Io rispondo che la disoccupazione giovanile, così come è strutturata la spesa pubblica e la pressione fiscale ha un futuro certo pessimo. Altra cosa invece sarebbe un aumento della spesa (redistribuzione) in tema di ricerca, di istruzione e di strutture pubbliche efficienti.
Detto questo come potrei non incazzarmi quando leggo che Bonanni che rappresenta la Cisl e quindi una buona parte dei comuni lavoratori, ti esce con la proposta di aumentare l’Iva al 21%? La prima cosa da fare a questi pseudo-rappresentanti delle classi più deboli sarebbe quella di rimandarli a fare un corso di specializzazione in materia di fiscale, con la quale approfondire meglio il tema della capacità contributiva, e il significato tra imposte dirette e indirette.
Sarebbe più sensato invece se le parti sociali rappresentative della classe, che negli ultimi dieci anni ha subìto più di tutti l’allargamento del divario sociale, premesse all’unisono in favore di una tassa patrimoniale, piuttosto che tirar fuori dal cilindro, miracolose cure magiche che, RIPETO ANCORA UNA VOLTA, servirebbero a tamponare solo falle che in futuro si ripresenterebbero ben più gravi delle precedenti.
Esilarante per me, invece, quando vedo due personaggi come Sallusti (de Il Giornale) e Belpietro (di Libero) che rappresentano lo stato d’animo della maggioranza politica, scontrarsi su opinioni diametralmente contrastanti. Esilarante perchè sono cresciute sempre più le mie convinzioni sulla necessità di un governo tecnico di larghe intese al fine di prendere le giuste decisioni. Se il contrasto è all’interno della maggioranza, figuriamoci con le opposizioni. Quante possibilità avrà la manovra di passare alle Camere? Su questo prevedo fuoco e fiamme.
Scoraggiante invece la lettura che do alla presa di posizione dell’associazione calciatori che non vorrebbe accollarsi la tassa di solidarietà. Basta poco per spiegare che grado di consapevolezza vi è tra le classi, sullo stato sociale che sta attraversando il nostro Bel Paese.
Voglio ricordare a tutti coloro che leggono che possono degnarsi di cliccare sulla pubblicità se proprio non vogliono contribuire direttamente. Grazie.
Per problemi imputabili a blogger oggi non ho potuto aggiornarvi della situazione. Mi scuso di nuovo
Io lavoro in banca e solleciterei la pensione a 75 anni.!?!? Ho 36 anni di contributi versati sino ad oggi per 56 anni di età. Scusi sa, ma a 68 anni avrò 48 anni di contributi. 48 anni di contributi che, dato che camperò prevedo fino a 77 anni, mi potranno pagare la pensione per altri 9 anni. 48 anni versati per una pensione di 9 anni !!!!!! Mi pare di sognare !!!! Ma lei è normale ? Stefano
Caro Stefano, no. Non sono normale, mi dispiace. Qui purtroppo le sembra che tutto sia normale? Prima di tutto non sia così pessimista sugli anni che le rimarranno. <br />Se avrà maggiori anni di contribuzione andrà in pensione con uno stipendio maggiore, non crede? Sempre che appartenga (dubito) al regime contributivo (o misto) della riforma Dini, ma non credo visto che lavora già da oltre 30