Il declassamento di S&P avrebbe dovuto riguardare il rapporto tra il Governo Usa e i propri creditori. Un declassamento per l’Italia si sarebbe tradotto inevitabilmente in una perdita dei nostri Titoli di Stato e di riflesso dei titoli azionari. Gli Stati Uniti invece hanno visto una chiara anomalia: i rendimenti decennali sono scesi di ben 20 centesimi in un giorno portandosi al 2,34 lordo, mentre il mercato azionario è tracollato nella stessa misura dei big europei con l’indice SP500 sceso a 1119.
Francamente non è facile spiegare questa anomalia. L’unica spiegazione che potrei dare è che il declassamento si sposterà adesso sul settore bancario, ma non si giustifica un trend del T-Bond come quello indicato nel grafico sotto.
In sostanza il mercato obbligazionario non ha scontato nessun downgrade e addirittura sembra proiettato verso l’area dei 135 punti. Come ha detto questa sera Obama: per il mercato gli Stati Uniti hanno ancora la tripla A. E pensare che investitori istituzionali come Pimco avrebbero venduto anche l’anima prima di giugno.
L’aversione al rischio avrebbe potuto tradursi in una fuoriuscita dal Dollaro in favore di Europa o paesi emergenti, e invece gli operatori hanno continuato come se nulla fosse a comprare Bond.
Altra anomalia è che fino a poche settimane fa, un crollo del mercato azionario, accompagnato da un rialzo dei Bond avrebbe raffreddato senza ogni dubbio le quotazioni dell’oro. Macchè, tutto il contrario. Da diversi giorni la correlazione inversa tra azioni e oro è più che evidente.
Qui sotto possiamo vedere l’andamento del Dax in oro e percepire la pesantezza della perdita di valore reale delle borse.