Vedo che l’intervento di Pinocchiosconi è servito a ridare fiducia ai mercati. L’indice FTSEMIB ormai è sul piede di guerra per raggiungere il target di 16300/16400, indicato come l’ultimo baluardo per attendersi una reazione degna di nota. Non certo entusiasmante l’indice Dax, che fallisce il ritorno sopra 6730. La pressione in vendita è davvero elevata, mentre la rotazione dei titoli al ribasso si sposta su quelli legati al petrolio e all’auto.
La reazione di Wall Street avvenuta ieri sera finalmente sembra poter dare una netta frenata all’ondata di vendite dei primi tre giorni di agosto, nei quali i volumi hanno raggiunto livelli anomali per il periodo in questione.
Come possiamo vedere dal grafico l’indice Dax non è riuscito a reagire sul livello di 6730, ma rimane ancora ben al di sopra dei minimi di Marzo. Gli indicatori presentano una pressione ribassista evidente, che lascia pochi dubbi sulla pericolosità del momento.
In questo grafico invece potete vedere il rapporto Dax/Oro in euro e constatare la rottura avvenuta nei giorni scorsi di un’importante trendline rialzista. Ad oggi infatti siamo ritornati allo stesso valore di 18 mesi fa. Tale livello per adesso sembra poter rappresentare uno spunto per un tentativo di reazione, ma non dobbiamo aspettarci miracoli. La corsa all’oro ad oggi sembra inarrestabile e tale da scontare un nuovo periodo di espansione monetaria.
Fra i beni che più si correlano all’andamento del bene rifugio, troviamo gli immobili e le azioni, mentre dobbiamo escludere a priori le obbligazioni, prive di qualsiasi valore reale.
In questi giorni abbiamo visto come i mercati azionari stiano scontando una quanto probabile entrata nella double-dip. Su questo chi avrà ricevuto le mie proiezioni trimestrali saprà benissimo cosa accadde nei periodi più simili a quelli che stiamo vivendo oggi.
Detto questo escludo a priori il raggiungimento dei minimi visti nel 2009, consapevole che la situazione attuale riveste un grado di negatività ancora tutto da esaurirsi. L’oro ha riferimenti ben più elevati di allora e le azioni non sono beni nominali, ma reali , che in qualche modo rimangono agganciati. Il vero fallimento riguarda il monetarismo in tutto il suo insieme….ma questa è un’altra storia. Siete tutti invitati a cliccare sulla pubblicità qualora vogliate contribuire a questo modestissimo blog.