MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

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Default parziale, defaul soft, default selettivo e ora sento anche quello di default temporaneo. Chi avrà letto ieri l’articolo di Perotti e Zingales del Sole 24 Ore che ho sottoposto all’attenzione del lettore, non avrà sicuramente tralasciato questo passaggio:
Se in Europa la disciplina del mercato del credito in passato non ha funzionato non è colpa del mercato, ma dell’assetto istituzionale europeo. Accettando come collaterale nelle operazioni di pronto contro termine qualsiasi titolo sovrano alle stesse condizioni, indipendentemente dalla rischiosità, la Bce ha alterato le condizioni di mercato, causando una compressione degli spread tra Stati sovrani dell’area euro, e oscurando il differenziale di rischio. Quando i fondamentali sono peggiorati oltre ogni aspettativa (vedi Grecia), il mercato ha aggiustato gli spread. Se l’aggiustamento è sembrato eccessivo è solo perché si partiva da valori troppo bassi.

A questo punto la decisione da prendere era quella di distinguere tra Paesi chiaramente insolventi (Grecia, forse Portogallo e Irlanda) e Paesi che non lo sono (Italia e Spagna). Se si fosse fatto come voleva Angela Merkel e si fosse ristrutturato il debito greco la situazione oggi sarebbe diversa. Invece tutti (a cominciare dalla Bce) hanno cercato di evitare l’inevitabile default della Grecia. Così facendo hanno confuso il mercato sul futuro. Se la Ue difende un Paese indifendibile, la sua difesa perde di credibilità. E la differenza tra l’Italia e la Grecia si offusca. Con un debito del 120% del Pil, un deficit del 4,5% e un tasso di crescita nullo, l’Italia da lungo tempo era a rischio. Le lotte interne al Governo sono state la classica goccia.
Oggi quindi la Bce sembra accettare un default temporaneo legato ad un’operazione di buyback di bond greci effettuata a sconto, dal fondo salva stati (Efsf) al fine di ridurre il debito e ad una ristrutturazione volontaria da parte delle banche. Fino ad oggi a tutto questo Trichet era contrario.
La Bce, nella risoluzione del problema del debito dei Piigs sembra aver giocato un ruolo di disturbo, piuttosto che proporre piani credibili, ma soprattutto trasparenti. A me sembra di rivedere nella Bce l’ostruzionismo che fu d’un tempo della Chiesa di fronte alle più importanti scoperte della scienza.
Cosa ha fatto cambiare parere alla Bce? La deresponsabilità, ossia il fatto che sarà l’Efsf a effettuare riacquisti sul mercato secondario.
Il probabile potenziamento dell’Efsf, nelle sue funzioni, (che fino ad oggi limitava la sua sfera d’azione alla concessione di garanzie, raccogliendo fondi sul mercato, forte della tripla A, i famosi Eurobond) e parallelamente il sollevare la Bce da interventi sul mercato è senza ogni dubbio un passaggio importantissimo per l’Ue.
Il rafforzamento dell’Efsf è la conferma di quanto auguravo nel post di ieri: un cammino verso un’Europa unita non solo monetariamente, ma fiscalmente e politicamente. A molti potrà sembrare che si è risolto il problema facendo altri debiti. In realtà, se andasse in porto il fatto di avere un Efsf più forte e più elastico, avremmo solo una sostituzione del debito. Un debito maggiormente garantito, non solo da tutti gli stati, ma da una politica fiscale rigorosamente controllata dalle autorità di competenza….ma su questo non voglio divagare. Per oggi godiamoci il fatto che si è messa una prima pietra per costruire una nuova Europa, che la Merkel si conferma la guida politica e che sulla Grecia si sta facendo chiarezza……..alla prossima
P.S. Vorrei ricordare ai meno speranzosi che Roma non fu fatta in un giorno, che dalla CEE alla UE sono passati quasi 50 anni, ma che il disegno di unire il vecchio continente è sempre e comunque andato avanti. Ovviamente non mancheranno gli intoppi, ma le singole nazioni in un contesto di globalizzazione crescente sono destinate ad unirsi sempre più e non ad isolarsi con conseguenze disastrose per le rispettive economie. 

Categories: Crisi Euro, QE

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