Può anche darsi che i prezzi di alcune banche fra dodici mesi saranno raddoppiati dai livelli attuali, o che l’essere umano smetta di alimentarsi con il cibo o di guidare una macchina. Tutto rientra nella casistica e niente è escluso.
Tuttavia le nostre percezioni, i nostri ragionamenti e gli strumenti a disposizione ci possono aiutare a percorrere il cammino meno insidioso possibile. Non vinceremo al Superenalotto, ma sicuramente avremo evitato di perdere 300 euro alla fine dell’anno nella maggioranza dei casi (anche se chi ve lo dice è di parte in quanto chiuderebbe le lotterie di Stato).
Cosa dicono le percezioni, la logica e gli strumenti che abbiamo a disposizione?
Le percezioni
Credo che a livello generale vi sia poca consapevolezza della situazione finanziaria attuale e che contemporaneamente si stiano riaffacciando i fantasmi del 2008. Questa volta tuttavia il mondo finanziario sembra più maturo nel pesare correttamente i rischi, riconoscendo merito a chi è capace di creare valore reale e chi invece si sta arrabattando a fare il gioco delle tre carte al fine di non mettere in piazza la verità. Rispetto al 2008 tuttavia ci sono delle differenze abissali. La crisi finanziaria del 2008 portò ad un’uscita indiscriminata dall’equity con afflusso violento sul mercato dei bond statali di qualsiasi provenienza. Oggi l’epicentro della probabile crisi si trova proprio nel mercato dei bond e nella credibilità degli stati sovrani che fino ad oggi hanno deluso le attese. Ho quindi la percezione che in futuro vi sarà sempre più richiesta di beni di qualità e di valore reale al fine di impiegare la liquidità riveniente dagli asset più rischiosi e meno credibili.
La logica
Questa mi dice che Grecia, Portogallo e Irlanda sono già in default, con tutto quello che ne deriva sul sistema finanziario. Il default di fatto, nasce, infatti, nel momento in cui uno stato sovrano non riesce più a raccogliere sul mercato le provviste necessarie al proprio fabbisogno. I prezzi dei Cds applicati sul debito greco, irlandese e portogoghese esprimono quindi le probabilità che il sistema Europa, abbia di salvare questi paesi e non più che gli stessi riescano a ritornare sul mercato. Di fatto non ci sono da oltre un anno. Detto questo la logica mi dice di cercare le cose più sicure, facendo distinzione tra economia di carta ed economia essenziale.
Gli strumenti
Questi sono principalmente i dati tecnici e quelli fondamentali. I dati tecnici ci dicono che i paesi in default di fatto hanno ormai preso la strada del non ritorno, mentre l’Europa sta impegnando risorse (le nostre) che potrebbero essere investite ben diversamente. Sempre i dati tecnici mi dicono che molte banche o assicurazioni in questi giorni hanno perforato nettamente i minimi del 2009, evidenziando di conseguenza un peggioramento rispetto a quel tragico periodo, nonostante (e qui mi riferisco a casa nostra) ci avessero detto che il sistema bancario italiano era quello più sano. Ci stiamo preparando forse a qualcosa di inverosimile? Non sono in grado di saperlo e non voglio nemmeno augurarmelo. Quello che vedo è che la Grecia o qualche altro paese in difficoltà finanziarie non è il Mondo e certo non potrà polverizzare la storia ultramillenaria dell’umanità. Da tempo ho sempre detto che in periodi di cigni neri (e se ce ne sono stati!!!) dobbiamo andare per esclusione e almeno in questo gli strumenti ci possono dire cosa escludere per primi.
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