Le variabili che determinano un blackout dei mercati non sono mai le stesse del passato, spesso si somigliano, ma è l’imprevedibilità che gioca un ruolo chiave.
Da troppo tempo sento le solite campane: Grecia, immobili, crescita, deficit etc etc e bla bla e bla bla……
Il grado di catastrofi annunciate sul Web sta superando ogni limite……aspettiamoci il 21 di maggio la fine del Mondo, per concludere in bellezza, alla stregua del terremoto che avrebbe dovuto colpire Roma il giorno 11…Nel frattempo preferisco dare più credito alla seguente riflessione, che si sposa con quanto vi ho segnalato alcuni giorni fa: Mercati emergenti, motore dell’economia mondiale. Se poi il Mondo finirà pace, avremo finito tutti di patire le nostre pene.
Concentrarci troppo sui problemi e non sulle sinergie a livello globale, rischia di farci allontanare dalle opportunità.
Atteggiamento sempre costruttivo e dare a tutti il giusto credito (catastrofisti e ottimisti), senza sposare nessuno per tutta la vita in quanto non remunerativo alla lunga.
Seguendo un blogger americano, che a parole sembra avere la pietra filosofale, e che oltretutto è stato premiato come il migliore nel 2009, da alcune settimane sta sottoponendo scenari poco gradevoli di terzi analisti. Troppo facile sarebbe infatti, esporsi in prima persona che dite?
Ebbene: le motivazioni di tanto pessimismo il blogger in questione le ricerca nella scarsa efficienza del QE2 e soprattutto nel venir meno degli aiuti Fed a partire dal mese di luglio, che faranno ricadere gli Stati Uniti in recessione.
Devo dire però che dall’inizio dell’anno (i punti sul quale si è sbilanciato) il tale non ci sta “beccando una cippa”, visto che l’occasione della vita sarebbe stata quella di stare short sui Titoli di Stato americani (un pò alla Bill Gross), ma soprattutto (udite, udite) al rialzo sul Dollaro/Yen.
Insomma, le cose troppo conosciute e scontate, sembrano ritorgersi contro la speculazione in modo sistematico…..”uomo avvisato mezzo salvato”.
Vi sottopongo adesso una domanda? Qualora il sistema finanziario implodesse su se stesso chi avrebbe più valore?
- Una quota partecipativa (azione) di una sana quantomai indispensabile società quotata?
- Dei crediti verso creditori (magari poco affidabili) espressi in moneta (saltata in padella)?
- O dell’inutile moneta cartacea (sempre saltata in padella), magari depositata in un conto corrente di qualche banca greca, irlandese o portoghese che sia?
Scusatemi, vi prego, ma RAGIONARE è un mio difetto e purtroppo non ho il pregio di muovermi nel gregge.
Questo per dire che spesso, molti predicatori, annunciano la fine del Mondo e del sistema capitalistico, senza tuttavia nemmeno conoscere il passo evolutivo successivo.