Come tutti sapranno non esistono molte altre alternative di investimento a quelle elencate nel titolo del post.
BOND
Investire in questo tipo di prodotti significa prestare dei soldi a terzi ad un tasso predeterminato o indicizzato a certi parametri (inflazione o andamento dei tassi). In questo caso conosciamo il risultato o quasi (in caso di indicizzazione) già al momento dell’acquisto. Tuttavia l’esito dello stesso è legato al buon fine dell’operazione e quindi alle possibilità che alla scadenza il debitore adempia ai suoi obblighi. Maggiore è questo rischio più elevati saranno i tassi, al fine di rendere interessante l’investimento. Chi fosse interessato ad investire in titoli greci a due anni, anzichè tedeschi (che non rendono il 2%), otterrebbe un rendimento superiore al 20% su base annua, a causa dei rischi elevati del creditore, tanto per fare un esempio. L’investimento in Bond quindi è destinato a fornire sicuri risultati in termini anche di potere d’acquisto, in periodi di politiche rigorose, e soprattutto di fasi Mediocristan, detta alla Talebs. Negli ultimi due anni, abbiamo visto di tutto ad esclusione del rigore e del Mediocristan (periodo di normalità nel quale funzionano le regole acquisite dal passato).
COMMODITIES
Rappresenta certamente questo un bene rifugio, che tuttavia non genera reddito, in quanto elemento passivo. Tale investimento può risultare negativo, in periodi di bassa produttività o di estrema abbondanza. Ad oggi i fattori che hanno determinato forti rialzi delle commodities sono stati in ordine: politiche fortemente inflattive, fase Extremistan, speculazione, scarsità e crescita. Negli ultimi due mesi, tuttavia, non sono mancati fattori avversi che in ordine elenco di seguito: misure restrittive alla speculazione (ultima l’aumento dei margini del 40% sul petrolio), rallentamento della crescita (Giappone in primis), minor scarsità. Come vado dicendo da molti mesi, su questo settore ci vedo più rischi che opportunità.
IMMOBILI
L’investimento nel mattone non passerà mai di moda, in quanto per sua natura l’uomo ha sempre avuto bisogno del rifugio al pari del cibo. Tuttavia quanto accaduto nei primi anni del terzo millennio ha snaturato completamente tale investimento. Il prezzo non era più diventato il risultato di una domanda e offerta legata a leggi demografiche ed economiche, bensì esclusivamente finanziarie. Quest’ultime avevano dato l’illusione, anche a coloro che non potevano pemettersi una proprietà, di comprarsi una casa a qualsiasi costo, fino ad indebitarsi per importi pari al 100/110% del valore acquistato. Ancora ad oggi leggo che negli Stati Uniti oltre il 28% dei mutui presenta un valore superiore al valore della casa, il che è pura follia per pensare ad un’immediata ripresa del settore. In ogni caso trattasi di un investimento reale, in qualche modo legato al costo della vita, capace oltretutto di generare reddito (investimento attivo). Ad oggi, possiamo ad esempio riscontrare che la dinamica dei prezzi d’affitto non segue quella degli immobili.
EQUITY: con l’acquisto di un’azione si partecipa all’attività economica di una determinata società, accollandosi totalmente i rischi dell’investimento, nel bene o nel male. Questi rispetto ad un bond sono senza dubbio maggiori, mentre i benefici possono di gran lunga superare le aspettative iniziali, in caso di successo. Fra i rischi, oltre a quello dell’emittente abbiamo: la liquidità, la congiuntura macro e microeconomica (settore di appartenenza) e il management aziendale, che più di ogni altra cosa influisce sul risultato finale. Solo da questo possiamo capire quanto difficile sia la scelta in campo azionario. Grazie ad un etf settoriale ho già eliminato il rischio di management, mentre comprando un indice (sempre con etf e mai a leva) il rischio si limiterà alla liquidità e al ciclo macroeconomico. E’ chiaro che anche in questo caso, più si ridurranno i rischi, minori saranno i benefici in caso di successo. In ogni caso il settore dell’equity richiede molta applicazione e ricerca e numerosi sono i sistemi per formulare valutazioni e proiezioni future. Queste possono avere un senso in una fase di Mediocristan, mentre in quelle di Extremistan (saltano le regole che hanno sempre funzionato) come vi ho sempre suggerito la valutazione sacrosanta è quella dell’ESCLUSIONE.
Il 1° novembre del 2010 scrivevo:
Molti avranno letto l’ultimo libro di Nicholas Taleb “Robustezza e fragilità”, l’autore anche de “Il Cigno Nero”. Parlando di consigli negativi (negare un’azione) e positivi (proporre un investimento ad esempio), mi ha colpito un passo del libro: “i consigli positivi sono di solito il dominio dei ciarlatani. Le librerie sono piene di volumi su come qualcuno ha conquistato il successo; non ci sono quasi libri con titoli come “Che cosa ho imparato fallendo? o Dieci errori da evitare nella vita.” A questo bisogno di consigli positivi è connessa la preferenza che abbiamo per fare qualcosa piuttosto che niente, persino in casi in cui fare qualcosa è dannoso”. L’autore è convinto, che in una fase di “estremistan” come in cui siamo oggi (chi ha letto anche il Cigno Nero saprà di cosa parlo), dobbiamo prima di tutto concentrarsi sul cosa non fare, piuttosto che cercare a tutti i costi la terra felice.Molti di voi che ogni tanto vengono a visitarmi sul mio blog, avranno bene intuito, che da tempo, sto andando per esclusione, piuttosto che cercare l’isola in cui rifugiarsi.Escludo in particolare il reddito fisso, pensando ai debiti ormai incontrollati di molti Stati e ai rendimenti da fame.Escludo le banche, che non hanno fatto altro che rimandare il problema.Escludo le aziende che poco hanno a che vedere con l’export o con progetti in paesi emersi da pochi anni.Escludo la speculazione frenetica, quella intraday, utile ai brockers piuttosto che agli investitori.Escludo da un dì il mercato valutario, o meglio l’avventurarsi in monete troppo condizionate dalla speculazione.Una volta escluso ciò possiamo almeno depurare il terreno sul quale ci dovremmo muovere.Ciò non significa assolutamente che dobbiamo avventurarci in acquisti di equity in modo indiscriminato, ma che proprio in quel terreno possono nascondersi le opportunità migliori per il futuro.Se avete altre esclusioni o discussioni da fare potete inserire un vostro commento.
BOND
Investire in questo tipo di prodotti significa prestare dei soldi a terzi ad un tasso predeterminato o indicizzato a certi parametri (inflazione o andamento dei tassi). In questo caso conosciamo il risultato o quasi (in caso di indicizzazione) già al momento dell’acquisto. Tuttavia l’esito dello stesso è legato al buon fine dell’operazione e quindi alle possibilità che alla scadenza il debitore adempia ai suoi obblighi. Maggiore è questo rischio più elevati saranno i tassi, al fine di rendere interessante l’investimento. Chi fosse interessato ad investire in titoli greci a due anni, anzichè tedeschi (che non rendono il 2%), otterrebbe un rendimento superiore al 20% su base annua, a causa dei rischi elevati del creditore, tanto per fare un esempio. L’investimento in Bond quindi è destinato a fornire sicuri risultati in termini anche di potere d’acquisto, in periodi di politiche rigorose, e soprattutto di fasi Mediocristan, detta alla Talebs. Negli ultimi due anni, abbiamo visto di tutto ad esclusione del rigore e del Mediocristan (periodo di normalità nel quale funzionano le regole acquisite dal passato).
COMMODITIES
Rappresenta certamente questo un bene rifugio, che tuttavia non genera reddito, in quanto elemento passivo. Tale investimento può risultare negativo, in periodi di bassa produttività o di estrema abbondanza. Ad oggi i fattori che hanno determinato forti rialzi delle commodities sono stati in ordine: politiche fortemente inflattive, fase Extremistan, speculazione, scarsità e crescita. Negli ultimi due mesi, tuttavia, non sono mancati fattori avversi che in ordine elenco di seguito: misure restrittive alla speculazione (ultima l’aumento dei margini del 40% sul petrolio), rallentamento della crescita (Giappone in primis), minor scarsità. Come vado dicendo da molti mesi, su questo settore ci vedo più rischi che opportunità.
IMMOBILI
L’investimento nel mattone non passerà mai di moda, in quanto per sua natura l’uomo ha sempre avuto bisogno del rifugio al pari del cibo. Tuttavia quanto accaduto nei primi anni del terzo millennio ha snaturato completamente tale investimento. Il prezzo non era più diventato il risultato di una domanda e offerta legata a leggi demografiche ed economiche, bensì esclusivamente finanziarie. Quest’ultime avevano dato l’illusione, anche a coloro che non potevano pemettersi una proprietà, di comprarsi una casa a qualsiasi costo, fino ad indebitarsi per importi pari al 100/110% del valore acquistato. Ancora ad oggi leggo che negli Stati Uniti oltre il 28% dei mutui presenta un valore superiore al valore della casa, il che è pura follia per pensare ad un’immediata ripresa del settore. In ogni caso trattasi di un investimento reale, in qualche modo legato al costo della vita, capace oltretutto di generare reddito (investimento attivo). Ad oggi, possiamo ad esempio riscontrare che la dinamica dei prezzi d’affitto non segue quella degli immobili.
EQUITY: con l’acquisto di un’azione si partecipa all’attività economica di una determinata società, accollandosi totalmente i rischi dell’investimento, nel bene o nel male. Questi rispetto ad un bond sono senza dubbio maggiori, mentre i benefici possono di gran lunga superare le aspettative iniziali, in caso di successo. Fra i rischi, oltre a quello dell’emittente abbiamo: la liquidità, la congiuntura macro e microeconomica (settore di appartenenza) e il management aziendale, che più di ogni altra cosa influisce sul risultato finale. Solo da questo possiamo capire quanto difficile sia la scelta in campo azionario. Grazie ad un etf settoriale ho già eliminato il rischio di management, mentre comprando un indice (sempre con etf e mai a leva) il rischio si limiterà alla liquidità e al ciclo macroeconomico. E’ chiaro che anche in questo caso, più si ridurranno i rischi, minori saranno i benefici in caso di successo. In ogni caso il settore dell’equity richiede molta applicazione e ricerca e numerosi sono i sistemi per formulare valutazioni e proiezioni future. Queste possono avere un senso in una fase di Mediocristan, mentre in quelle di Extremistan (saltano le regole che hanno sempre funzionato) come vi ho sempre suggerito la valutazione sacrosanta è quella dell’ESCLUSIONE.
Il 1° novembre del 2010 scrivevo:
Molti avranno letto l’ultimo libro di Nicholas Taleb “Robustezza e fragilità”, l’autore anche de “Il Cigno Nero”. Parlando di consigli negativi (negare un’azione) e positivi (proporre un investimento ad esempio), mi ha colpito un passo del libro: “i consigli positivi sono di solito il dominio dei ciarlatani. Le librerie sono piene di volumi su come qualcuno ha conquistato il successo; non ci sono quasi libri con titoli come “Che cosa ho imparato fallendo? o Dieci errori da evitare nella vita.” A questo bisogno di consigli positivi è connessa la preferenza che abbiamo per fare qualcosa piuttosto che niente, persino in casi in cui fare qualcosa è dannoso”. L’autore è convinto, che in una fase di “estremistan” come in cui siamo oggi (chi ha letto anche il Cigno Nero saprà di cosa parlo), dobbiamo prima di tutto concentrarsi sul cosa non fare, piuttosto che cercare a tutti i costi la terra felice.Molti di voi che ogni tanto vengono a visitarmi sul mio blog, avranno bene intuito, che da tempo, sto andando per esclusione, piuttosto che cercare l’isola in cui rifugiarsi.Escludo in particolare il reddito fisso, pensando ai debiti ormai incontrollati di molti Stati e ai rendimenti da fame.Escludo le banche, che non hanno fatto altro che rimandare il problema.Escludo le aziende che poco hanno a che vedere con l’export o con progetti in paesi emersi da pochi anni.Escludo la speculazione frenetica, quella intraday, utile ai brockers piuttosto che agli investitori.Escludo da un dì il mercato valutario, o meglio l’avventurarsi in monete troppo condizionate dalla speculazione.Una volta escluso ciò possiamo almeno depurare il terreno sul quale ci dovremmo muovere.Ciò non significa assolutamente che dobbiamo avventurarci in acquisti di equity in modo indiscriminato, ma che proprio in quel terreno possono nascondersi le opportunità migliori per il futuro.Se avete altre esclusioni o discussioni da fare potete inserire un vostro commento.
Pertanto, siccome non sono un ciarlatano, l’unico consiglio che mi sento di darvi è quello di staccare gli occhi dal video per qualche ora e andare all’aria aperta a meditare su quali possono essere le cose principali da escludere, consapevoli che il Mondo è un essere vivente in continuo movimento e fin quando avrà vita sarà in grado di manifestare tutta la sua bellezza.
Al 2012 c’è ancora un anno.