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Se da un lato l’indice Eurostoxx muove ancora in un contesto laterale, la stessa cosa non si può certo dire per il Dax, che è il mercato che più capitalizza all’interno della Ue.
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Sempre l’indice Eurostoxx negli ultimi sei mesi ha reagito più volte e con una certa forza, al di sopra della media a 200 gg, la cui inclinazione è al rialzo, rappresentando a 2830 il supporto.
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Gli effetti della rottura del testa e spalle ribassista sono stati quasi del tutto annullati.
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Le società “sane” stanno dimostrando di essere un rifugio senza dubbio più sicuro e redditizio di un bond di medie qualità.
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Negli ultimi mesi è aumentato il gap tra oro (materie prime) ed equity, che comunque rappresentano un bene reale e non di debito.
Ripeto: ancora siamo in un contesto laterale, ma ciò non mi impedisce di considerare i punti chiave oltre i quali potrebbero nascere convergenze utili ad un bull-market i cui obiettivi per l’Eurostoxx sarebbero da indicare in quota 3500/3550 entro tempi ragionevolmente brevi (6-9 mesi).
Ebbene: quota 3000 rappresenta la resistenza più importante del momento, in quanto verrebbe comlpletata la figura 123 di Ross, tipica delle fasi di inversione. Ovviamente il test successivo arriverebbe tra quota 3060 e 3080, ma già dal superamento dei 3000 punti le probabilità sarebbero ben elevate.
Al momento mancano chiaramente segnali favorevoli sugli indicatori di tendenza. Il Macd, sia giornaliero che settimanale si trovano in una situazione ancora precaria, mentre gli indicatori di direzionalità, confermano assenza di trend.
Insomma: fra un bond e un’azione di seria A (come ho sottolineato la scorsa settimana), preferisco la seconda.