Dall’ammissione del governo giapponese nel portare il livello di allarme nucleare a 7 alle dichiarazioni del nostro ministro Maroni, c’è davvero da domandarsi quale fiducia possiamo noi avere nelle istituzioni. Chi dovrebbe guidarci, prendendo in mano le difficoltà del caso, ha il solo scopo di salvare il proprio lato B facendo della menzogna la principale arma per fregare il prossimo. Negli ultimi quarant’anni questo tipo di arma è andata ad incidere progressivamente sempre più sulla vita politica di ciascun paese, ma il dato certo (unica nota positiva) è che finalmente sta perdendo la sua efficacia. Fortunatamente la gente di buon senso sta reagendo. L’ammissione di allarme 7, arriva dopo una delle più importanti manifestazioni antinucleari della storia avvenuta a Tokyo domenica scorsa. Sarà un caso? Finchè le persone staranno accovattate nel loro guscio rinchiuse in casa o sotto gli ombrelloni in mezzo al gregge, la menzogna sarà in grado di sconfiggere chiunque. Fatto questo breve sfogo che necessiterebbe di molti approfondimenti, cerchiamo di focalizzare lo scenario economico e finanziario del momento. Quanto sta accadendo in Giappone sarà l’epicentro di una stagflazione poco rassicurante. Leggendo alcuni bilanci di società cicliche il problema rifornimenti sta già diventando una realtà, che potrebbe portare ad un’abbassamento di produttività entro i prossimi tre mesi. E’ ovvio che questo, anche in presenza di consumi modesti, porterebbe ad uno squilibrio tra domanda e offerta, tale da incidere su un rialzo dei prezzi. Dalle auto ai telefonini, tanto per fare alcuni esempi. Se a questo sommiamo le tensioni sul petrolio e sui salari dei paesi emergenti, che fino a poco tempo fa avevano raffreddato gli aumenti, il gioco è presto fatto. La somiglianza pertanto, con gli anni ’70, molte volte da me riportata su questo blog, è impressionante. Non ho la presunzione di dire che questo sarà lo scenario certo, ma solo la necessità di sottolineare che sia il più probabile. Spesso mi chiedo che senso abbia agire sui tassi d’interesse, quando i mezzi a disposizione delle banche centrali per combattere l’inflazione, sono altri e assai più efficaci. Agire sui tassi, come già ho detto, non è altro che l’ennesima menzogna e presa per i fondelli. Per Trichet. Vuoi raffreddare i consumi per frenare il rialzo dei prezzi?
- Ritira un pò di liquidità dal sistema vendendo titoli spazzatura sul mercato o interrompendo i prestiti alle banche fallite già di fatto (vedi quelle irlandesi)
- Inizia a ristrutturare il debito di qualche paese.
Se poi questo non fosse sufficiente, anche se ne dubito fortemente, potresti alzare anche il costo del denaro…………..o sbaglio?
La logica vorrebbe questo, ma l’arma della menzogna cerca in tutti i modi di sopraffarla. Chissà se anche questa volta ci riuscirà?
E adesso qualche numero di analisi tecnica
Prendendo in esame l’indice Eurostoxx il primo impatto è sicuramente la violenta reazione nata dai minimi nella seconda metà di Marzo. Tale reazione ha confermato l’importanza di certi supporti quali il 2820 (media a 200 gg) e il 2750 (parte bassa del canale rialzista di lungo).
Altri segnali non sono da registrare se non un abbassamento della direzionalità che dovrebbe favorire nei prossimi giorni un andamento sali/scendi compreso tra 3000 e 2900. Ovviamente una rottura della parte bassa dovrà essere interpretato come un segnale in favore di un peggioramento della struttura del mercato. La schizzofrenia come quella alla quale stiamo assistendo da giorni non è certamente un segnale incoraggiante. Come non incoraggiante è osservare la perdita di forza di alcuni titoli guida, che sulla vita economica globale incidono e non poco.
Farei quindi attenzione all’area di supporto di 2900. Che ci sia molta preoccupazione e incertezza è normale, visto le cose accadute negli ultimi mesi. Dall’analisi tecnica questo atteggiamento è confermato.
Dopo un doveroso approfondimento dello scenario tecnico del mercato si intravedono chiaramente due problemi ben complessi:
Il primo ovviamente ruota attorno ai problemi di approvvigionamento che molte società hanno a causa del disastro avvenuto in Giappone. Alcuni titoli tecnologici hanno cambiato volto nel breve-medio termine. Nel settore auto possiamo vedere come quelli maggiormente esposti in quell’area, come Renault (vedi Nissan) già muovono sotto la rispettiva media a 200 gg. ma anche gli altri non scherzano.
L’altro problema sembra ruotare attorno alla ricapitalizzazione bancaria. Commerzbank ha annunciato in questi giorni di voler rimborsare quasi la totalità dell’aiuto statale per una cifra di 14 mld, deliberando un aumento di capitale di 11 mld. La risposta del mercato è stata devastante tanto da infrangere supporti vitali. Ma perchè questa corsa a ricapitalizzare? C’è forse un ordine di scuderia? Le famose perdite da ripartire tra pubblico e privato nella ristrutturazione dei debiti insostenibili, tanto richiesta dalla Merkel?