Avrei voluto parlare di molte cose: di Fiat (tanto ci ha pensato Report Domenica sera), dei 3500 miliardi di gap tra impieghi e depositi delle banche, solo parzialmente coperti dal capitale proprio (forse 300/400 mld a essere ottimisti), della frattura insanabile che si sta creando al’interno della Ue, per il modo con il quale viene gestita la crisi libica.
Un altro argomento mi sembra invece più attuale:
L’altro giorno leggevo un articolo del Sole 24 Ore con il quale si cercava di far luce sulla necessità di cassa da parte di numerose banche italiane, in vista degli stress test di giugno, dei parametri richiesti da Basilea 3 e soprattutto dopo le esternazioni di Draghi in merito alla patrimonializzazione necessaria. In particolar modo gli occhi erano puntati sulle banche che avevano in pancia i Tremonti Bond come Bpm, Mps e Credito Valtellinese.
E invece ecco che a sorpresa ti arriva la delibera di Ubi Banca, per un aumento di 1 mld di euro da effettuare entro la prossima estate. Da ciò non posso altro che domandarmi quale sia la necessità di ricapitalizzazione di Mps e Bpm. Per non parlare poi di Unicredito e Intesa, le quali dovranno sottostare a parametri più rigidi in quanto considerate secondo Basilea 3 Sifi, ossia istituzioni finanziarie di importanza sistemica.
La borsa quindi sta presentando il conto, a chi ha deciso di cavalcare il formidabile toro.
Quello che più temo, tuttavia è la capacità di assorbimento di eventuali ricapitalizzazioni che si dovranno andare a fare.
Non si trova una cordata di 2 mld scarsi per italianizzare un’azienda strategica del calibro di Parmalat, come sarà possibile trovare tra i 20 e i 25 mld (a star prudenti) per ricapitalizzare le banche italiane? Qualcosa mi sfugge, ma ho l’impressione che il videogioco descritto chiaramente da Tremonti non sia ancora finito.
Mi sbaglierò
A chi volesse contribuire al blog il prossimo venerdì invierò qualche dettaglio per affrontare meglio i prossimi tre mesi.