Tutte le variabili sembrano giocare a favore del petrolio, meno che una: la crescita.
Se avesse giocato a favore la crescita, avremmo trovato una correlazione diversa tra Rame e Petrolio, come tempo fa molto tempestivamente, aveva sottolineato il blog Il grande bluff.
Da qualche giorno, infatti la forza comparativa tra petrolio e rame sembra nettamente favorire il primo.
Rialzo greggio pertanto per cause esogene alla ripresa, il che ricalca in larga parte il periodo della stagflazione vissuto negli anni ’70.
Tecnicamente la rottura di quota 100, confermata più volte, pone serie basi per un obiettivo compreso tra 120/122 dollari al barile, elemento questo che produrrebbe non pochi problemi sia alla crescita che all’inflazione.
Tensioni a parte, quello che maggiormente pesa sul petrolio è la consapevolezza di dover rivedere il nucleare, alla luce di quanto accaduto in Giappone, è Madre Natura che ce lo chiede. Lo dimostra come da alcuni giorni anche il future sul gas naturale abbia reagito con volumi ben al di sopra della media.
In tutta onestà non mi sembra uno scenario idiliaco……Diffidate delle certezze in particolar modo nella fase Estremistan, rimanendo in tema di Cigno Nero.