Questa volta desidero riportare un commento fatto da un nostro lettore, che mi ha particolarmente colpito, relativo all’approfindemento sul ’29. Credo che possa interessare a voi tutti. Spero in futuro di poterne pubblicare altri.
Buona lettura
Ciao Andrea
volevo aggiungere alcune considerazioni sull’argomento: Dopo il 29 gli USA hanno emanato una legge sulla separazione fra banche ed industria, (anche in Italia è stata fatta) il problema è che nei fatti una vera e netta separazione non è mai stata realizzata. Questa commistione è stata una forte concausa alla crisi di allora e di oggi. Il rischio ed il suo trasferimento a valle della catena ha funzionato fino a che la propensione ad assumerlo da parte dei consumatori finali è stata colmata (nonostante fosse una propensione al rishio fortemente dilatata: in primis dalla FED).
Inoltre con il progressivo abbandono del cambio della moneta contro oro (i portoghesi lo chiamano sistema padrao-ouro in Italia non mi ricordo come si chiama) il dollaro americano ha assunto un’importanza tale da far diventare gli USA la piazza più capitalizzata e affidabile del mondo.
Altri elementi che hanno contribuito a far diverntare grandi gli USA è : la proprietà privata e la libertà di iniziativa economica, che negli anni 40 non erano diritti sanciti e tutelati in molte altre parti del mondo.
Queste circostanze e tutte le altre che non sto a ricordare (dato che se ne parla già abbstanza) ci hanno guidato, hanno fatto da cornice nell’ultimo secolo, alla crescita strabiliante dei paesi del mondo, che hanno aderito al modello economico-sociale-liberale americano.
Anche il modello americano per quanto efficiente e promettente,come tutti i modelli, ha portato con se pregi e difetti e spetta a noi conoscerne i limiti di utilizzo.
Tengo a sottolineare però che ad essere sbagliato non è il modello ma la poca obiettività di chi ha voluto usarlo, in condizioni che lo hanno portato al limite fino a distorcene la natura.
Infine voglio dire che la componente capitalistica del nostro sitema ha finora retto, ci ha risposto molto bene e continuerà a farlo ma non bisogna snaturarla, bisogna averne cura, conoscerne i limiti di utilizzo.
Insomma io penso che gli stessi problemi che viviamo noi oggi li abbiano vissuti similmente anche i nostri avi e la soluzione di tali problemi non sta tanto nel trovare regole e strategie dai propositi invacillabili ma nel formare le persone alla consapevolezza che non bisogna sopravvalutare o sottovalutare gli strumenti a nostra disposizione.
Secondo me fintanto che ci sarà libertà economica e specializzazione del lavoro la prosperità non potrà mancare.
La legge però dovrà iniziare a riconoscere anche altri diritti oltre a quelli già tutelati: per esempio i diritti concreti delle generazioni che verranno.
Dario
Sono d'accordo pienamente e sottolineo che il risvolto sociale deve essere al primo posto in ogni iniziativa di carattere economico