MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

Dovessi paragonare Bernanke e Trichet ad una figura di investitore opterei per day trader il primo e cassettista per il secondo. Come ormai sappiamo le possibilità di successo per un day trader sono comprese tra il 15 (nel migliore dei casi) e il 5 percento in ottica di lungo termine, mentre si alzano tra il 60 e il 50 percento nell’altro caso.
Anche da un punto di vista mediatico potremmo fare la stessa cosa: le notizie infatti si possono dividere in flash, la cui funzione è quella di riportare la notizia il più velocemente possibile, senza approfondire il significato; o editoriali, attraverso i quali un giornalista, dopo essersi ben documentato, elabora delle riflessioni anche soggettive, ma comunque utili al dibattito e a fare chiarezza.
Ho notato come dalla riunione di Jackson Hole, nella quale i due governatori hanno relazionato, vi sia stata la corsa a sparare il più velocemente le notizie piuttosto che a riflettere su quanto effettivamente detto.
Questo fine settimana ho dedicato oltre due ore del mio tempo per studiare nei dettagli le relazioni integrali sia di Bernanke che di Trichet e francamente credo di non aver buttato via del tempo, in quanto dalle stesse si possono avere intuizioni utili per il cammino in ottica di lungo termine, oltre che condividere pienamente quanto detto da Mohamed El-Erian di Pimco. Nella relazione di Bernanke, trovo molta superficialità, forse a ragion veduta, visto che è quello che gli americani apprezzano di più, e poca sostanza. Non si dà minimamente risalto ad una guida da seguire per quanto riguarda il deficit, mentre si considera i consumi futuri in chiave troppo ottimistica, essendo questa la variabile principale della ripresa economica. Si legge con interesse il tasso di risparmio salito al 6%, quando lo stesso è frutto di una distribuzione errata della ricchezza, oltre alla fase di deleverage che stanno attraversando i debitori americani, impossibilitati a consumare secondo le proprie esigenze. In sostanza il risparmio non è una scelta, ma una necessità.
Venendo al nodo cruciale della relazione, ossia le famose misure non convenzionali, scopro che le stesse avrebbero un peso di una formica su un elefante, se guardo a quanto è già stato fatto dal 2008 al 2010, oltre all’aver evidenziato dei forti limiti di manovra. Inoltre nelle quattro opzioni non convenzionali, Bernanke, sottolinea come le stesse potrebbero rivelarsi un’arma a doppio taglio. In sostanza le quattro misure sarebbero: acquisto ulteriore di titoli di stato, cambiamento di comunicabilità, abbassamento del tasso sulle riserve obbligatorie e revisione al rialzo degli obiettivi sull’inflazione.
Le quattro strade avrebbero un impatto minimo, in particolare le prime tre, con il rischio addirittura, sottolinea Bernanke, di rendere ancora meno credibile la Fed.
Soprattutto la revisione al rialzo dell’inflazione (stampare moneta) avrebbe conseguenze più dannose che benefiche, in quanto a farne le spese sarebbero soprattutto le classi più deboli. Tale concetto viene ancor più rafforzato dalle parole di Trichet.
Quindi abbassate lo sguardo, tanto è inutile aspettarci gli elicotteri dal cielo che regalano bigliettoni verdi.
La cosa grave di questa relazione è che la Fed sembra sentirsi protagonista della futura crescita economica, in quanto non si menziona minimamente il problema fiscale e la necessità di un rientro del deficit, che alla lunga darebbe maggior credibilità istituzionale, ma soprattutto più tranquillità ai mercati, anche se forse nel breve dovremmo mandar giù un boccone amaro. Questa superficialità potrebbe nascondere di per sè che il problema è davvero grave e che vi sia una gran paura di svegliare i mercati di fronte alla realtà.
Ben più sensato e coerente con le vere problematiche del momento, il discorso di Trichet. Veramente un bel discorso, completo dei punti essenziali, anche se il governatore fa delle premesse che potrebbero dare l’idea di avallare la politica della Fed.
In questo discorso, comunque, si va a fondo sul vero problema: i debiti elevati, frutto di politiche incontrollate degli ultimi trent’anni, che hanno trovato il loro sviluppo massimo tra il 2006 e il 2007. Trichet definisce quel periodo la quiete prima della tempesta. La Bce pertanto sembra affrontare il problema partendo da più lontano per mettere le basi necessarie ad un crescita sana nei prossimi decenni. A mio parere in questa relazione c’è lo zampino della Germania, ma non ci vuole molto a capirlo.
Dovremmo pertanto partire da una riduzione dei deficit statali, in quanto negli ultimi tre anni in Europa il rapporto debito/pil è salito di 20 punti, per non parlare di Stati Uniti e Giappone i cui debiti sono saliti rispettivamente di 35 e 40 punti. Una politica di riduzione dei deficit, sempre secondo Trichet darebbe maggior credibilità per i mercati e in particolar modo per l’economia, creando un’aspettativa futura di minor pressione fiscale. Nella relazione fatta dal governatore vengono citati alcuni esempi di forte riduzione di debito pubblico in presenza di crescita. Il caso più eclatante fu quello dell’Inghileterra che da un debito del 240% sul Pil nel dopo guerra, raggiunse nel 1970 il 60%, anche se come dice lui stesso i tempi sono decisamente diversi. Altri esempi più recenti che lui cita sono il Belgio e la Spagna, mentre dell’Italia non si fa menzione…..giustamente.
Il perdurare di una fase accomodante, finirebbe, sempre secondo Trichet, per spostare solo il problema nel tempo, con il rischio di aggravarlo.
Per quanto riguarda la creazione di iperinflazione il governatore è molto chiaro: ” un suggerimento ricorrente per la soluzione del debito è la creazione di inflazione oltre misura. Di nuovo vorrei chiaramente respingere questo tipo di azione. La storia della svalutazione della moneta attraverso l’iperinflazione è stata disastrosa ovunque. L’iperinflazione crea una redistribuzione arbitraria di ricchezza a spese soprattutto per le classi più impreparate e più deboli. Inoltre, l’inflazione oltre misura distruggerebbe la credibilita faticosamente conquistata dalle banche centrali di tutto il Mondo“. Quindi anche in questo caso rinunciamo ad aspettare gli elicotteri dal cielo.
Detto questo che cosa mi aspetto?
In primo luogo vedo una lenta ma significativa divergenza di azione tra la Fed e la Bce, che a mio modesto parere darà maggior credibilità all’Euro nel lungo termine. L’Europa, comunque potrebbe intraprendere per prima (in molti casi lo già sta facendo come è il caso di Grecia, Spagna, Italia e Irlanda) una fase di delevereging, che dovrebbe consentirle di trovarsi più preparata nel momento della ripresa, il cui cammino non sembra privo di insidie.
Per quanto riguarda la fotografia attuale dell’economia americana, non vedo possibilità di uscita se non attraverso una soluzione reale dei problemi, attraverso politiche fiscali credibili. Il fatto che queste non trovino consenso ai piani alti della politica la dice lunga sulla gravità del momento e le prospettive che stanno già indicando alcune variabili, come l’accelerazione della caduta del mercato immobiliare. Purtroppo non sembra esserci ancora un’alternativa a questo settore, ragione per la quale sarebbe errato pensare che i consumi saranno immuni nei prossimi mesi. Ciò sarà l’ennesima delusione per la Fed, ma in quel caso gli anestetici non serviranno più a niente……l’elettrocardiogramma perderà colpi fino a diventare piatto e trovare una soluzione per rianimare il paziente sarà ancora più difficile.

Categories: Scenari

3 Responses so far.

  1. Anonymous ha detto:

    Mi associo agli altri nel farti i complimenti per il blog e le tue analisi.<br />Domanda: dunque, l&#39;approfondimento &#39;29 è sempre più l&#39;unica strada percorribile dai mercati? Grazie. Buon lavoro. Mauro

  2. andrea ha detto:

    Non so se sia la più percorribile. La correlazione è molto interessante. Merita comunque attenzione. Grazie per i complimenti

  3. alefederico ha detto:

    Mi permetti? di post in post noto una sempre maggior maturità del tuo pensiero. Credo sia una questione di comunicazione: chiaramente è difficile trasmettere un idea, un opinione. Credo che la tua stia emergendo con sempre più forza. Complimenti.<br />Detto questo ti ringrazio di farci partecipi del tuo approfondimento sui discordi dei governatori; un grande lavoro certamente.<br />Da profano

  • Nassim Taleb

    "... ma nella mia esperienza non sono mai stato coinvolto in un incidente degno di questo nome. Non ho mai visto una nave in difficoltà sulle rotte che ho percorso, non ho mai visto un naufragio. Né vi sono stato coinvolto io stesso e neppure mi sono mai trovato in una situazione che minacciasse di trasformarsi in un disastro." 1907 E.I.Smith, comandante del Titanic, dal Cigno Nero
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