Prima di commentare il dato sugli ordini di beni durevoli voglio soffermarmi un attimo sul significato di questo dato. E’ il frutto di un’indagine che il Dipartimento del Commercio americano esegue al fine di valutare le condizioni economiche del settore manifatturiero. Nell’indagine vengono escluse le filiali estere, il che di questi tempi (visto dove viene eseguita la produzione) non è da trascurare. Con il termine di beni durevoli si indicano quei prodotti industriali che non sono soggetti ad un rapido consumo come macchinari, attrezzature industriali, automobili elettrodomestici etc. Tuttavia per avere una visione più accurata dello stato di salute dell’economia è preferibile depurare il dato dalle componenti più volatili come la difesa e il settore dei trasporti (auto, aerei etc). Ebbene, il dato visto oggi mi lascia piuttosto perplesso. Se lo analizziamo per intero verrebbe da dire ottimo, se lo depuriamo delle componenti più volatili pessimo. Come al solito la verità sta nel mezzo. Diciamo che per quanto riguarda gli ordini di beni, mirati alla produzione in America si conferma uno stato ancora comatoso dell’economia. In sostanza la cosa più significativa di tutto questo è purtroppo la seguente: pessimismo e paura per il futuro contornata da una bassa capacità di spesa e quindi non si investe in beni produttivi. Quale futuro per l’occupazione? Non sorprende quindi il dato sui sussidi che bussano nuovamente al tetto delle 500 mila unità. Ma cosa deve fare Obama per rianimare il mercato del lavoro? Ho voluto precedentemente risaltare le filiali all’estero. Prima di tutto vi consiglio di leggere (per chi non l’avesse fatto) il post che ho pubblicato esattamente un mese fa: https://www.moneyriskanalysis.com/blog/2010/01/25/tanti-auguri-al-presidente-obama/ Si può parlare all’infinito, far salire la borsa quanto vogliamo, le materie prime, abbassare i tassi e altri marchingegni finanziari che possano somministrare stupefacenti per anestetizzare gli umori e le paure, ma la costante che presenta un movimento regolare verso l’alto e che non invertirà se non prima di un boom esplosivo è l’indice di povertà a cui sta andando incontro l’Occidente e gli Usa in particolare. Fortemente correlato a questa costante è la tensione sociale che cresce sempre più. La Grecia non è altro che la punta di un iceberg, che per la sua vulnerabilità e il suo peso irrilevante sta facendo da campanello di allarme. La globalizzazione selvaggia è nociva al pari del protezionismo allo stato puro. L’ago della bilancia per troppo tempo è rimasto dalla parte della globalizzazione selvaggia. Credo che l’orientamento di Obama sia quello di riavvicinare l’ago in favore del protezionismo e su questo punto i mercati sembrano iniziare a scommettere, vedere Dollaro per credere. In un’economia protezionista meglio una moneta forte che una debole in quanto i regolatori diventano le misure fiscali e non più i rapporti di cambio.
Per gli amanti dei mercati, per quelli che senza un giorno di borsa non possono stare ecco una breve analisi
L’indice italiano lascia sul terreno un bel 2,36 senza tuttavia ripiegare sotto il minimo di 20500. Come potete osservare dal grafico a fianco, a ridosso di 20000 esiste un supporto molto importante sotto il quale potrebbero nascere accelerazioni rilevanti con primo obiettivo a 18000. Tuttavia le divergenze degli indicatori di cui vi parlavo anche ieri, non sono state eliminate, ragione per la quale ci troviamo ancora in una fase che sarà caratterizzata da alto nervosismo. La volatilità o meglio la direzionalità sembrano in costante aumento, ma dare troppa confidenza al trend (visto che nuovi minimi non si sono fatti) potrebbe rivelarsi controproducente. Secondo la teoria di Ross sulla carta settimanale, l’indice FTSEMIB avrebbe dato un chiaro segnale di debolezza, avendo perforato il minimo dell’ottava precedente. L’atteggiamento pertanto rimane sempre estremamente difensivo/negativo mirato tuttavia all’attesa di segnali concreti anche da parte di altri indici, quali Dax (supporto 5490) e Cac (supporto 3600). Sul fronte della forza comparativa l’Italia rimane sempre fra le più deboli, ma non sono nati ancora segnali di accelerazione ulteriore. Domani nuovi dati come revisione Pil e vendita di case esistenti oltre al Michigan sentiment….e la giostra riparte.
Ciao ottima analisi come sempre,il dollaro a suo tempo ne abbiamo parlato si rafforzera' su euro fino a 1,20/1,25 e si manterra' per almeno due anni troppo ramificato simbolo del commercio internazionale e affezionata moneta passata e futura,il pilastro finanziario e economico usa anche a volerlo non si demolisce neppure con la dinamite e ad essere sincero e' meglio cosi',il
Per le corporate non nutro grandi simpatie a questi livelli.<br /><br />Buongiorno a tutti
(ASCA) – Torino, 26 feb – L'Italia sta uscendo dalla crisi ''meglio degli altri paesi, non dico Spagna, Grecia e Irlanda, ma anche Francia e Germania''. Lo ha detto il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in una conferenza stampa a Torino, insieme al candidato presidene del centrodestra, Roberto Cota. ''Abbiamo buoni motivi per dire che usciamo dalla crisi
Ha parlato!!!!<br /><br />Tutti a comprare a manettaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!<br /><br />Le banche muoiono di salute<br /><br />e le corporate che qualcuno dice fidiamoci e compramo anche quelle.<br /><br />Purtroppo il mio cervello malato mi dice di stare zitto riguardo alle banche e ai casini che sono scoppiati o che stanno scoppiando in Italia, vedi caso Telecom e Fastweb. Rischierei l'
Ciao the hawk,cosa vuoi oramai ci siamo dentro anche gli stati sovrani godono di ottima salute da fare impallidire la persona piu' sana che ci sia,tripla AAA o bcd quando ci sei dentro non cambia la classifica piuttosto di accettare l'elemosina dei titoli statali stai fermo oppure agisci con una parte in quello che credi azioni comprese sperando in tempi migliori anche se burrascosi.Ciao.