In questo grafico possiamo osservare il timido rialzo dai minimi segnati recentemente dell’indice di nuove costruzioni. I segnali provenienti dal primo grafico (vendita di nuove case) lascia intuire una prossima frenata di nuove costruzioni, che dovrebbe tradursi in un rallentamento della crescita economica. Ricordo infatti che tra poco più di due mesi termineranno gli incentivi relativi al credito d’imposta, prorogato dall’amministrazione americana sull’acquisto di immobili, senza nulla togliere ai famosi mutui ARMs i cui meccanismi sono pronti per scattare. A partire da domani usciranno nuovi dati importanti, quali ordini di beni durevoli, vendita di case esistenti (non sono molto ottimista) e soprattutto per venerdì ci sarà la prima revisione del Pil 4° trimestre che dovrebbe oscillare tra il 5,7 e il 6. A sensazione credo che proprio nel 4° trimestre si sia visto il picco della crescita, per dar luogo ad un successivo rallentamento, che dovrebbe dar vita alla famosa W. Oggi ha parlato Bernake difronte alla commissione Finanza della Camera dei Rappresentanti. Secondo il governatore l’economia necessiterà di tassi d’interesse molto bassi e che per almeno due anni il livello della disoccupazione rimarrà elevato. Lascio a voi intuire se esistono dubbi su come sarà la ripresa a V oppure a W? Ovviamente non è mia abitudine seguire come un’ombra quanto dice Bernanke, ma ho letto nelle sue affermazioni un certo cambiamento rispetto a qualche mese fa, quando sosteneva che la disoccupazione avrebbe sofferto ancora nel 2010, mentre la ripresa era già in atto anche se in misura lenta. Ebbene, il dato visto ieri sulla fiducia dei consumatori mi è bastato per capire in che direzione ci stiamo muovendo.
Il mercato immobiliare americano continua a rappresentare un problema serio. Oggi abbiamo assistito al dato sulla vendita di nuove case, quello cioè che permette di constatare l’effettiva domanda di beni immobili, potendo valutare la proiezione sulle nuove costruzioni, che ovviamente hanno un impatto notevole sull’occupazione e sulla crescita reale dell’economia. Ebbene il dato è sceso sotto i livelli dell’anno più nero a cui fino ad oggi potevamo fare paragoni e cioè il 1981. I picchi di negatività registrati in quell’anno riguardavano infatti non solo il mercato immobiliare, ma anche quello della disoccupazione ai quali ci siamo avvicinati sensibimente negli ultimi mesi. Questa pertanto spiega la perfetta sincronia tra il mercato dell’edilizia il cui indotto è a dir poco considerevole e il tasso di diosccupazione.
E i mercati?
Nel grafico a fianco possiamo vedere il probabile canale ribassista, che da giorni avevo individuato la cui resistenza è situata a 2820. La direzionalità di breve non manca, mentre in termini di forza comparativa con l’indice FTSEMIB i segnali di accelerazione della prima mattinata sono rientrati. In questi giorni dovremmo tuttavia assistere ancora a qualche seduta caratterizzata da nervosismo in quanto non è presente convergenza ribassista sugli indicatori. Per tale ragione sconsiglio eventuali operazioni speculative. L’indice Eurostoxx infatti si sta muovendo proprio in prossimità della media a 200 giorni passante a 2725 e una sua eventuale perforazione al ribasso dovrà essere ben confermata. L’impostazione di fondo tuttavia non cambia. Ripeto ancora una volta che da metà gennaio a mio parere è iniziato un ciclo negativo che ci dovrebbe accompagnare fino a giugno-luglio. Ancora accentuata la debolezza della Spagna e del Portogallo i cui indici muovono chiaramente sotto le rispettive medie a 200 gg. La loro configurazione ribassista si sta sempre più consolidando con il passare dei giorni. Un altro indice è sotto la media a 200 gg anche se lievemente: l’indice FTSEMIB la cui media si trova a 21750. Come accennato qualche giorno fa, ripeto che spesso le crisi partono dal basso e mai dall’alto.
BRCM, AAPL, WDC, WFMI, FFIV, TJX, DLTR, INFY… titoli che analizzasti e nei quali ci credevi particolarmente, sono andato a rivederli e mi accorgo che sono fortissimi, nonostante tutto. Fausto<br />Perchè una tenuta così forte dell'america? tanta liquidità?