La cosa più ridicola è stato l’incontro a quattro tra Angela Merkel, Nicolas Sarkozy, George Papandreou ed il presidente della Bce Jean-Claude Trichet. Alla fine del comunicato si è ribadito che la Grecia non avrebbe chiesto aiuto alla comunità europea, ma che la stessa non sarebbe stata abbandonata. Pertanto state tranquilli, non è successo niente: le prossime emissioni saranno tranquillamente sottoscritte dalle banche tedesche e francesi, che come detto ieri sono le più esposte, con l’approvazione/l’imposizione della Bce. Nel frattempo, mentre gli occhi saranno tutti puntati su come la Grecia porterà avanti il programma di risanamento, si studierà una soluzione per svincolare i paesi più forti da quelli che rappresentano una minaccia alla stabilità dell’euro. Al contrario, soluzione che ritengo poco probabile, si lavorerà per un’Europa unita non solo da un punto di vista monetario, ma anche politico. L’intervento del Fmi è stato quindi scongiurato, evitando così un’ammissione di debolezza ufficiale del sistema di Eurolandia. Le lacune più evidenti , che emergono comunque dai fatti di questi giorni sono le seguenti:
1) l’Europa si è trovata impreparata difronte ad un problema di tale portata. E’ da giugno che persisteva una situazione tale e ci si è messi al lavoro solo quando il mercato non digeriva più le emissioni di titoli greci, visto che l’ultima asta da 5 mld di euro è stata interamente sottoscritta dalle banche.
2) Il trattato di Maastricht non aveva nemmeno preso in considerazione il rischio default, ragione per la quale sarà da rivedere in molti aspetti. Più precisamente, il rischio default sarebbe contemplato in quanto la moneta non è subordinata alla solvibilità di uno Stato. La Grecia potrebbe anche rinegoziare il proprio debito (la cosa più semplice vista la tensione sociale che impedirà di mantenere le promesse fatte) e ciò non comporterebbe la fine dell’Euro, ma solo l’impossibilità di uno Stato di ritornare sul mercato. Ovviamente le perdite fra le istituzioni e i privati ci sarebbero, ma non sarebbero poi tanto distanti dal caso Parmalat. In questo caso però ci sarebbe stata maggiore credibilità.
3) Le banche ancora una volta non hanno calcolato i rischi, coinvolgendo l’intera comunità europea in problemi che non erano di loro pertinenza. Nel caso che l’esposizione delle banche francesi o tedesche fosse stata lieve avremmo assistito ad un esito diverso della vicenda. Invece adesso dobbiamo essere solidali anche con i pensionati e gli statali greci, oltrechè con le banche, senza nemmeno aver votato un referendum.
4) La probabile decisione di obbligare le banche a sottoscrivere i titoli greci di nuova emissione, quali effetti produrrà sulla fiducia degli investitori? Ma soprattutto peggiorerà o migliorerà la capacità degli istituti di dare credito alle imprese?
5) Ormai l’Europa sembra diventata il tirassegno della speculazione. Si salva la Grecia? Bene proviamo con il Portogallo e con la Spagna? Forse un pò di tregua arriverà nei prossimi giorni ma non darei niente per scontato.
Quello che vedo infatti è che sui mercati europei molti istituzionali sembrano voler sottopesare a vantaggio delle aree più “sicure” e dalle migliori possibilità di riemergere.