Culla della civiltà e della democrazia occidentale, la Grecia in questi ultimi giorni è passata alla cronaca finanziaria per la crescita verticale del proprio deficit che ha raggiunto il livello allarmante del 12% sul pil. Stiamo parlando di un paese a crescita demografica negativa, la cui popolazione è destinata ad invecchiare nel giro dei prossimi 10 anni in modo preoccupante. Il reddito procapite è di 31 mila dollari contro i 30 mila dell’Italia, ne deriva quindi che il Pil è di circa il 20% del nostro paese. Il ritmo di crescita dell’economia greca dal 1996 al 2006 è stato nettamente superiore alla media europea, come rappresentato dal grafico. Il settore prevalente della crescita è senza dubbio quello dei servizi, con il turismo che rappresenta il 15% del Pil (se consideriamo anche le attività correlate). Il paese quindi dipende principalmente da un’attività totalmente ciclica. Al ritmo di crescita sostenuto nel periodo in questione, ha contribuito senza dubbio l’evento delle olimpiadi 2004, basti pensare che anche l’edilizia (altro settore ciclico) incide del 10% alla formazione del Pil. Un peso rilevante è dato dal settore della marina mercantile, (non certo settore anticiclico) grazie alla sua posizione geografica (4,5% del Pil). Gli interessi economici abbracciano gran parte dell’area balcanica in paesi come Serbia, Romania e Bulgaria (il top del momento, vero?). Nel settore industriale, sono presenti societa’ di importanza mondiale, ma la maggior parte delle imprese greche e’ di piccole dimensioni (oltre il 90% impiega meno di 10 dipendenti, mentre meno dello 0,5% impiega più di 100 dipendenti) e presenta un elevato grado di concentrazione nei pressi di Atene, Salonicco e Patrasso. Nel periodo 2008/2009, tuttavia, la crisi mondiale si è fatta sentire in modo particolare, facendo lievitare la corruzione e la disoccupazione oggi al 9,6, mentre il debito pubblico è schizzato al 114% del Pil nel 2009 e tendenziale al 120% nel 2010. La cosa che ha fatto maggiormente preoccupare i mercati è stata l’uscita dai binari programmati circa sei mesi fa (le solite promesse mancate), che indicavano un deficit per il 2009 al 6,5 circa del Pil. La situazione attuale, infatti, anche se non è tanto dissimile da quella Italiana o di altri paesi dell’Unione (fatta eccezione per il rapporto deficit/Pil), getta un pò di scompiglio fra gli analisti ed operatori economici, tale da giustificare un abbassamento evidente del grado di fiducia. Non esiste quindi un livello critico che determini un abbassamento della fiducia o ancor peggio di uno stato di default. Esiste invece il modo con cui uno Stato interfaccia con il mercato, che incide sulla fiducia e che a sua volta si ripecuote nella sostenibilità del debito. Sarà quindi importante constatare come il mercato reagirà nei prossimi mesi alle nuove emissioni di debito della Grecia. In questi giorni il primo ministro greco ha ribadito la priorità a ridurre il deficit (altra promessa, ma stavolta non credo possa bastare), con un obiettivo per il 2010 al 9,1% sul Pil. Ovviamente anche in questo caso stiamo parlando di parametri completamente sballati dalla programmazione degli altri paesi. Secondo il Governo di Bruxelles i paesi europei dovranno riallinearsi al 3% di deficit sul Pil entro il 2012, scenario questo, praticamente impossibile a molti paesi, ma in particolare la Grecia e l’Italia. Fino a quando il mercato continuerà a dare credito? Dei problemi dell’economia ellenica si sono accorte anche le agenzie di rating. Moody’s, che ha in corso una revisione del paese per un possibile declassamento del debito, ha sollevato timori circa la capacità greca di generare nei prossimi dieci anni una crescita sufficiente a stabilizzare il livello di debito sul Pil. Inoltre il sistema bancario rimane molto fragile, basti pensare che le banche greche hanno finora preso a prestito importi proporzionalmente maggiori di altri paesi di eurolandia: 42 miliardi di euro su un totale di 570 miliardi. Quando la Bce inizierà una exit strategy per la Grecia saranno dolori seri in quanto le banche saranno costrette a finanziarsi a tassi di mercato, sicuramente meno vantaggiosi rispetto alla concorrenza. Dopo aver fatto una descrizione, spero accurata, mi domando quali siano le potenzialità di riequilibrio di questo paese. Come abbiamo visto il 90% del sistema industriale è di piccole dimensioni e lascio a voi le conclusioni sulle difficoltà che questo possa avere nel riemergere, a causa della bassa capacità di credito. Il turismo (da considerarsi attività prevalente), in un contesto di bassi consumi mondiali dovrebbe soffrire più di ogni altro settore, per non parlare di quello delle costruzioni, che come abbiamo visto rappresenta il 10% del Pil. Per i prossimi anni, quindi non vedo una crescita tale da poter rassicurare il sistema finanziario. Direi piuttosto, che i rischi su questo paese sono elevatissimi e il mercato dei CDS lo dimostra in questi giorni. Forse l’effetto Dubai lascerà qualche giorno di tregua da un punto di vista mediatico, ma il problema ritornerà ancora più evidente a causa di una maggiore sensibilizzazione sulla sostenibilità dei deficit pubblici. I paesi maggiormente esposti sul debito Greco sono: Francia con oltre 80 mld e Germania circa 35 mld. L’Italia, per fortuna è solo esposta per 7/8 mld. anche se per noi i problemi sono altri. Da un punto di vista operativo credo che mai come in questo momento sia necessario dare la precedenza a Titoli di Stato di qualità. Enti sovranazionali come Bei, aventi tripla A e Germania sono quelli dalle maggiori garanzie. In questi giorni e dopo quanto sta accadendo (Dubai credo sia solo una vittima di un sistema speculativo esasperato) i mercati vedranno diminuire la propria propensione al rischio. Tutto questo sembra favorire gli Stati Uniti, il cui merito di credito è comunque elevato. Basti pensare, che il default di Dubai (sarà mica stato pilotato?), ha fatto scendere i rendimenti delle obbligazioni a dieci anni dal 3,40 al 3,20 in soli due giorni, spianando la strada alla quantità colossale di nuove emissioni che il tesoro Usa si appresterà a collocare nei prossimi diciotto mesi. Nei prossimi giorni o settimane sarà interessante pertanto vedere il grado di sopportabilità dei mercati pur consapevole che le crisi non sono mai partite dall’alto, vedi subprime.
ottima analisi condivido in pieno <br />luibenat
Prova a dare un occhio a MAX Borsa……
Buongiorno e buona domenica: ho letto MAX Borsa. Grazie. Sul fatto dell'analisi tecnica ormai sono molte settimane che opto per una probabile inversione di tendenza, in quanto molti indicatori settimanali avevano da tempo il fiatone. Tuttavia ho dedicato più tempo a capire quali fossero le cause di una probabile inversione, consapevole che difronte abbiamo tutte le autorità monetarie e
Ciao,the hawk sono TOTEM,grazie x la risposta.Io faccio solo analisi tecnica in quanto x me è impossibile andare alla ricerca di notizie.Se le mie nalisi tecniche vengono confermate dai Tuoi fatti meglio.Ci risentiamo ciao!