Come ha scritto in un articolo il Washington Post, Bernanke pochi giorni prima di essere nominato nuovo governatore della Federal Reserve, e precisamente il 25 ottobre del 2005, confidava che i prezzi delle abitazioni degli Stati Uniti, sono aumentati di quasi il 25 % negli ultimi due anni, in una testimonianza al Comitato Economico del Congresso. Ma questi aumenti “riflettono in larga misura la solidità dei fondamentali economici”, come la forte crescita dei posti di lavoro, dei redditi e il numero di nuove famiglie”.
Era il 15 ottobre del 2007, dopo aver assistito ai primi sciami sismici della madre di tutti i terremoti economici, Ben Bernanke davanti al Economic Club of New York, pronunciava queste parole: Fortunatamente, il sistema finanziario ha attraversato le vicissitudini dei mesi scorsi con una forte posizione patrimoniale e una robusta infrastruttura. Il sistema bancario è sano.
Queste le ultime dichiarazioni di Bernanke: ” La nostra valutazione è per una crescita più lenta, ma una crescita positiva attraverso l’inizio del nuovo anno. Pensiamo che entro la primavera, all’inizio del prossimo anno si risolveranno i problemi del credito e come speriamo il mercato immobiliare incomincerà a trovare il fondo e l’economia ritroverà un ritmo di crescita ragionevole. “
Nel precedente commento quando parlavo dei problemi relativi al Giappone ho voluto sottolineare cosa significhi per l’economia un raffreddamento dei consumi interni in ottica di lungo termine. Se poi tale raffreddamento non fosse supportato da un livello di esportazioni elevato (in Giappone proprio per questo gli effetti negativi si sono attenuati in qualche modo) i problemi potrebbero essere ancor più gravi. Purtroppo negli Stati Uniti per molti anni ha prevalso la politica dell’uovo oggi e del tutto e subito senza guardare a cosa si stava costruendo nel futuro. Ad oggi non sembra cambiato niente. I massicci interventi di liquidità sono serviti a tamponare una falla molto grossa, ma poco possono fare per risanare nell’immediato il livello dell’indebitamento privato. E’ necessario quindi che gli Stati Uniti passino attraverso una riduzione dei consumi interni con aumento del risparmio, utile a riequilibrare la grave situazione finanziaria privata. Per questo ovviamente non bastano tre o quattro mesi di magia fantaeconomica da parte della Fed o dell’amministrazione americana. Finiti gli incentivi sulle auto, provate a chiedere a fine settembre ad un concessionario americano quante macchine avrà venduto. Pare che la tendenza sia peggiorata rispetto anche al periodo pre incentivi. Forse se anzichè comprare asset tossici, i soldi fossero andati direttamente ai titolari di mutui, truffati da quel sistema economico arrivista, saremmo un bel passo avanti. Le grandi banche infatti sembrano aver salvato la faccia (almeno sul breve termine), ma sono ben lontane dall’aiutare il sistema economico.