MoneyRiskAnalysis – Borsadocchiaperti

S'ode un grido nella vallata. Rabbrividiscono le fronde degli alberi, suonate le campane, il falco è di nuovo a caccia!

In Giappone hanno vinto i democratici, dopo 54 anni di governo liberal democratico. Pensavo che il record lo detenesse l’Italia con la Democrazia Cristiana che ha governato per oltre 40 anni e invece c’ è sempre uno che ha fatto meglio (o peggio) di noi. Guardando un pò di dati mi accorgo che il debito giapponese ha superato ampiamente il 150% del pil e la velocità con la quale si avvicina al 200% è impressionante. Le agenzie di rating in giugno hanno declassato il debito giapponese da tripla A a AA2 (meglio tardi che mai), mentre secondo l’ormai ex ministro delle finanze non esistono problemi per fare assorbire al mercato altre emissioni (e vai con altri debiti!!!) Per non parlare della popolazione il cui invecchiamento tende a crescere costantemente. Forse sarà troppo tardi per il nuovo governo lasciare il segno sull’economia nipponica, dopo 54 anni ininterrotti di opposizione, non trovate? Il problema debito pubblico allo stato attuale passerà in secondo piano in quanto sarà volontà del futuro governo di tentare l’impossibile per rilanciare la domanda interna. Il popolo giapponese fino a qualche anno fa era fra i maggiori risparmiatori e ciò ha permesso un aumento del debito pubblico senza tanti problemi per poterlo collocare. Le cose tuttavia sono cambiate in quanto il risparmio attuale è pari all’1% del pil contro il 20% degli anni 80, mentre le esigenze di ulteriore debito sono addirittura aumentate. Con un inflazione a -2% e tassi reali quindi fra i più alti nel Mondo non abbiamo proprio condizioni ideali per incentivare ulteriori consumi alla luce anche di una fiducia sempre più bassa causata da una disoccupazione record per questo paese. Forse, ecco qui la provocazione, un bel default pilotato sarebbe la ricetta di tutti i mali: lo Yen si svaluterebbe al punto da far risalire l’inflazione velocemente e magari con se aumenterebbero i consumi e le esportazioni (la vera ex forza del Giappone), che negli ultimi tempi sono crollate irriparabilmente per molti fattori fra i quali la strozzante concorrenza cinese. Nonostante queste mie preoccupazioni lo Yen rimane molto forte in particolar modo con il Dollaro che in questi giorni ha sfiorato nuovamente il minimo di 91,90. I motivi di questa forza vanno ricercati nel fatto che dall’altra parte dell’oceano Pacifico la situazione è quanto mai più allarmante. Se da un lato il debito pubblico giapponese è molto elevato quello delle famiglie è su livelli molto sostenibili in quanto negli ultmi due decenni non c’è stato un ricorso al credito del settore privato. Negli Stati Uniti invece abbiamo una situazione del debito privato i cui numeri sono da capogiro e il tutto si affianca con una crescita verticale di quello pubblico. Inoltre il debito attuale giapponese non supportato più da un risparmio delle famiglie in stile anni 80 tende a richiamare i capitali del Sol Levante che attualmente sono impiegati nei titoli di stato americani.
Ora voglio sottoporre due grafici: il primo riguarda il Dow Jones mentre il secondo il Giappone negli ultimi venti anni

Dal 1988 in poi abbiamo visto come la crisi immobiliare giapponese abbia pesato gravemente sui consumi, mentre i capitali siano andati altrove alla ricerca di migliori opportunità. Un’economia basata su una contrazione dei consumi, attenta in particolar modo a ripagare il debito immobiliare non produce effetti particolarmente positivi per il mercato azionario. Situazione inversa invece in Usa dove dai primi anni 90, una politica concentrata su consumi addirittura al di sopra delle proprie possibilità, ha innescato un boom del mercato azionario sul quale oltretutto affluivano capitali da tutto il Mondo in particol modo dal Sol Levante. Questo circolo vizioso per il Giappone e virtuoso per gli Stati Uniti sembra aver subito notevoli cambiamenti negli ultimi due anni. Il Giappone è rimasto in una situazione negativa cronica e i livelli di comprimibilità (anche se non c’è mai fine al peggio) sembrano più modesti. Gli Stati Uniti invece hanno imboccato la strada percorsa venti anni fa dal sistema finanziario nipponico. Pertanto nei prossimi anni dovremmo assistere ad una fase di bassi consumi allo scopo di ripagare i debiti privati contratti in periodi di credito facile. Francamente mi stupiscono le analisi trionfalistiche di Morgan Stanley uscite in questi giorni dove addirittura si fanno previsioni idilliache a 5-6 anni (come dire comprate ora a qualsiasi prezzo). Cosa dicevano gli stessi 5 mesi fa? Niente. Come tutti erano troppo impegnati ad elemosinare gli interventi pubblici dell’amministrazione americana. L’ottimismo di molte banche nasce dal fatto che in questo momento la loro pancia è piena e pertanto hanno dimenticato cosa significhi avere fame. Tuttavia questa sazietà è virtuale in quanto è piena di cibo artificiale che non ha sostanza. Non oso pensare cosa imbastiranno quando la fame ritornerà ancora più forte di prima. In pratica la sostanza del cibo sono i consumi e il potere di acquisto delle famiglie, mentre la massa che in questo momento le banche si trovano in pancia non è altro che la mole di liquidità che i governi hanno preso a prestito dai contribuenti, i quali ancora devono sentirne l’effetto. I flussi di liquidità di cui l’America ha beneficiato fino a qualche anno fa sembrano quindi dover venir meno a causa di una situazione pericolosa su tutte le parti del Globo in particolar modo sul Giappone. Non sono da meno l’Inghilterra e i paesi dell’Est. Chissà ancora per quanto le banche riusciranno a manipolare il mercato. Dopo i soldi virtuali (su questo ad esempio la BOE è maestra) è nata l’era dell’ottimismo virtuale. Per la finanza facile hip hip hurrà!!!!
Categories: giappone, Scenari, Usa

Comments are closed.

  • Nassim Taleb

    "... ma nella mia esperienza non sono mai stato coinvolto in un incidente degno di questo nome. Non ho mai visto una nave in difficoltà sulle rotte che ho percorso, non ho mai visto un naufragio. Né vi sono stato coinvolto io stesso e neppure mi sono mai trovato in una situazione che minacciasse di trasformarsi in un disastro." 1907 E.I.Smith, comandante del Titanic, dal Cigno Nero
  • Massime dalla Finanza

    "Regola n° 1: non perdere mai denaro. Regola n°2: non dimenticare mai la regola n°1" W. Buffett

    "È meglio avere quasi ragione che completamente torto" W. Buffett

    Non è importante che tu abbia ragione o torto, ma quanti soldi si fanno quando hai ragione e quanto si perde quando si ha torto. G. Soros

    Il nemico principale dell'investitore è probabile che sia se stesso. B. Graham
  • Siti

     Consulenza Vincente



  • License e Copyright

    Licenza Creative Commons

    Il blog e i relativi post sono distribuiti con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported.